Progetto del nuovo mercato ortofrutticolo di Licata, realizzato da Francesco Graci con la collaborazione di Make Hub per la stampa di parti realizzate con stampa 3d.
Il progetto prevede l’ampliamento e la rifunzionalizzazione degli spazi del mercato, che passerà dagli attuali 11.000 metri quadri a 36.000 metri quadri di impronta.
Il concetto è quello di costituire due grandi superfici di copertura leggere a foglia, che si adattano, riprendendo le curve fluide del percorso del fiume, pieno di vitalità che scorre accanto al mercato.
La superficie più alta è una grande copertura a guscio dal lato della ferrovia ed aperta verso il fiume, essa si sovrappone in parte ad una superficie di copertura più bassa adibita a terrazza giardino, anche essa modellata con delle curve sinuose.
L’attività del mercato avviene su un grande basamento di 19.000 metri quadri, ed è organizzato per ospitare due diverse categorie commerciali, quella del mercato all’ingrosso, e quella del mercato al dettaglio.
L’ingresso del mercato all’ingrosso, si trova sulla via Umberto secondo, ed avviene in prossimità della coda dell’edificio, attraverso delle grandi aperture intervallate da setti murari in linea retta.
L’ingresso dalla parte del mercato al dettaglio invece avviene tramite due grandi scalinate poste sulla via Giarretta, la parte più vicina al centro abitato, restituendo la possibilità di usufruire il mercato in sicurezza ed in un ambiente gradevole ai cittadini, che si recano direttamente a piedi, provenendo dalla città.
Il mercato così semplicemente organizzato, funziona in maniera ottimale poiché gli stessi operatori dell’ingrosso hanno la possibilità di vendere i prodotti per il mercato al dettaglio da una parte e nello stesso tempo organizzare le operazioni di carico e di scarico dall’altra parte. Così facendo, le due tipologie di attività non si intralciano come avveniva in precedenza. Inoltre sono stati destinati 8.200 metri quadri per ospitare le manovre di entrata ed uscita e di carico e scarico dei veicoli e dei mezzi pesanti, riducendo sensibilmente la possibilità di ingorghi sulle vie pubbliche..
Al piano superiore, nello spazio di sovrapposizione fra la superficie più alta e quella più bassa si forma una galleria commerciale dove è possibile collocare attività di ristorazione, degustazione di prodotti tipici. La galleria è realizzata da pareti vetrate che permettono di vedere fuori dal lato del fiume, godendo della vista della città della campagna e soprattutto della suggestiva vista del fiume Salso, che fino ad oggi è stato per i cittadini un elemento invisibile, data la dimensione degli argini in calcestruzzo. Dall’altra parte, verso l’interno ci si affaccia direttamente sulla platea del mercato, dando così al fruitore la percezione di operosità del luogo, avendo la possibilità di vedere le lavorazioni di carico dei bancali di frutta fresca.
Uscendo esternamente alla galleria sulla la terrazza, ci si trova in un giardino pensile panoramico direttamente in relazione con gli elementi del paesaggio urbano e con la campagna. Inoltre sono visibili i ponti con i veicoli in movimento destra e sinistra dello spettatore, il fiume con la tutta la bio-diversità che lo abita, l’abitato della città e le campagne in profondità.
Dall’altra parte del fiume in una area incolta a forma di trapezio, si collocano una serie di glass house disposte in maniera ordinata in direzione delle stecche degli isolati della città, all’interno delle quali si opereranno coltivazioni sperimentali ed gli orti condivisi. Anche questo ultimo intervento entra in relazione con il progetto principale del mercato ortofrutticolo, riportando un po’ di campagna in città, ma non in maniera definitiva, poiché si tratta di strutture di tipo leggero e reversibile.
Questo concetto lascia intendere un tipo di progetto non assimilabile ad un atto concluso, ma ad un processo aperto modificabile in base agli attori in gioco, alle mutevoli esigenze e sempre pronto verso nuove ipotesi, secondo quella stessa elasticità che consente di comprendere il territorio come un continuum, fatto anche di contraddizioni e disarmonie. Il progetto da questa parte si libera dalla forma, da un disegno prefissato e diventa opportunità per avvicinare l’urbanistica all’ascolto delle esigenze abitative; un “progetto di prossimità”.
Nella parte posteriore dell’edificio, fra il mercato e la ferrovia, si lascia spazio infine ad un parco lineare lungo cinquecento metri, e largo quaranta, per un totale di 20.000 metri quadri. Questo parco alberato con alberi di agrumi, è diviso in due fasce da un vialetto centrale che si può percorrere esclusivamente a piedi o in bicicletta, al suo interno vi sono tre piazzole per la sosta attrezzate con sedute, frangisole e vasche d’acqua.
Il percorso che il fruitore passeggia durante la visita dell’edificio è il seguente: l’ingresso, come già detto avviene dalle scalinate di via Giarretta, una volta sbarcati sulla piattaforma si può procedere agli acquisti al dettaglio immettendosi direttamente nella pancia del mercato. Oppure si può scegliere di salire tramite scale mobili o gli ascensori posti al piano del mercato che collegano al piano superiore dove si trova una galleria dalle pareti vetrate. Qui si può percorrere l’edificio in tutta la sua lunghezza, in interno, oppure in esterno, sulla terrazza giardino panoramica. Giunti alla coda dell’edificio che è la parte piè stretta, si trova un corpo scala fra mura, e l’ascensore che collega al piano terra, da qui si potrà accedere al parco lineare, oppure uscire sulla via Umberto Secondo per raggiungere il complesso Montecatini. Percorrendo il vialetto alberato partendo dalla coda il parco, ci si può soffermare nelle piazzole di sosta provviste di attrezzature, poi proseguendo fino in fondo si ritorna alla via Giarretta.
Il parco può èssere percorso anche all’inverso, quindi semplicemente attraversato dai cittadini che voglio evitare la scomoda passeggiata della via Umberto Secondo dove l’argine del fiume supera di gran lunga l’altezza del campo visivo dell’uomo. Dando così un’alternativa gradevole e serena a chi decide di raggiungere a piedi due luoghi della città poco distanti.
Nel suo complesso, questa architettura, per essere inserita nel contesto urbano, presenta elementi che creano trasparenza e leggerezza, trasmettendo l’idea di movimento. L’involucro, più grande è rivestito in lamiera di Corten, le grandi forature a forma di foglie, permettono di percepire ed intravedere il cielo dall’interno.
La struttura che lo sorregge è di carpenteria metallica reticolare realizzata su disegno, mentre il basamento è realizzato in calcestruzzo con superficie levigata al quarzo.
Possiamo definire il territorio come un grande paesaggio da abitare all’interno del quale esistono assieme edifici, biodiversità e processi produttivi.
Campo privilegiato per questa riflessione sono i luoghi dell’incontro, dove l’agricoltura si confronta con la città, con le infrastrutture e gli spazi di risulta e quelli denominati “frange urbane”, aree di bordo fra il sistema agricolo e quello urbano. La comprensione di questi sistemi nel territorio, richiede un diverso tipo di approccio conoscitivo, capace di distaccarsi dai convenzionali modelli interpretativi urbanistici di distinzione fra città e campagna. L’ipotesi di paesaggio-territorio mostra un altro campo di ricerca, integra lo studio della biodiversità con quello dello spazio fisico cittadino, le pratiche sociali con le tematiche di sviluppo sostenibile del territorio.
Nel caso del mio progetto, ho cercato attribuire delle nuove qualità al mercato: quella di essere un mercato più umano, e non luogo meramente del lavoro e del commercio, escluso dalla reale vita cittadina. Infatti il mercato convenzionale ha dei ritmi tipici, che sono caratterizzati da orari di apertura e chiusura, prestabiliti che lo rendono un luogo frenetico durante le operazioni lavorative mattutine, ma per tutto il resto della giornata diventa luogo invivibile o per meglio dire inaccessibile.
In questo caso, oltre ad avere proposto una riorganizzazione delle funzioni logistiche, ho restituito alla città un parco lineare ed una galleria rialzata con terrazza giardino, tali da poter essere visitati oltre gli orari di apertura del mercato, in un luogo che restituisce dignità all’utilizzatore ed al fruitore.
Infine concludo riprendendo il concetto di “monumentalità” dell’architettura, definito da Zaha Hadid, egli infatti ritiene che l’ architettura debba essere disegnata in modo tale da essere “fluida”, e non per forza la sua frammentazione debba essere dimensionata in virtù del calcolo sapiente, poiché il fine più sublime dell’architettura, è quello di “infondere piacere”.
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